NICOLÒ POLLERO, SULLA VIA PER L’INFERNO

NICOLÒ POLLERO, SULLA VIA PER L’INFERNO

Testo di Andrea Oliveri

Nicolò Pollerò (Quiliano, 1899 – Ebensee, 1945)
Luogo: 1 ex scuole elementari Nicolò Pollero a Montagna

“Eccolo, è tornato papà!” pensavano i due bambini Pollero, di 8 e 13 anni, ogni qual volta sentivano un semplice rumore presso la porta della loro casa a Quiliano.

Era la fine della guerra e aspettavano il ritorno del padre Nicolò, operaio specializzato dell’Ilva, arrestato senza alcuna particolare motivazione in seguito allo sciopero generale dell’1 marzo 1944.

Una lunga attesa che si sarebbe rivelata vana: egli fu infatti tra le 8200 vittime del campo di lavoro forzato di Ebensee.

Vi morì il 18 aprile 1945, dopo cinque mesi di prigionia.

Nicolò Pollero era stato tra i coraggiosi operai dello stabilimento savonese che come migliaia di lavoratori di altre industrie nazionali avevano deciso di scioperare contro la guerra e l’invasione tedesca.

Le richieste degli scioperanti erano, solo apparentemente economiche, poiché attraverso la richiesta di un miglioramento della condizione operaia, si innestavano le parole d’ordine della lotta di Resistenza.

Quello del marzo 1944 è il primo e solo grande sciopero generale avvenuto nell’Europa occupata dal nazifascismo: l’elemento della lotta operaia e di classe si affianca a quello della lotta partigiana, e ciò determina una delle specificità principali della Resistenza italiana nel contesto di quella europea. 

La rabbia per le condizioni di vita in cui versava la popolazione, le critiche ormai aperte per la guerra, l’esasperazione per le privazioni, i disagi dello sfollamento, l’insufficienza per le razioni alimentari spinsero i lavoratori ad aderire in massa allo sciopero, a Savona così come in tutte le città del Nord Italia, gli operai bloccarono le fabbriche consapevoli che, sfidando i Tedeschi, sarebbero andati incontro ad una severissima repressione, che non tardò ad arrivare.

I nazifascisti volevano una condanna esemplare per chi aveva osato protestare e inviarono Pollero e numerosi altri suoi compagni in un campo di raduno a Bergamo, per essere successivamente deportati al campo ‘KZ’ di Mauthausen: qui giunse il 20 marzo 1944, dopo quattro giorni di viaggio.

‘59067’ era il numero di matricola che gli venne assegnato.

Sopravvisse per otto mesi, dopodiché il 16 novembre venne ulteriormente trasferito a Ebensee, con un biglietto di sola andata.

A lui sono state dedicate le ex Scuole di Montagna a Quiliano.

Fonti

G. Patrone, I primi cinquant’anni  del Novecento quilianese – Quiliano 1900-1945, Scelte amministrative e avvenimenti (2015)

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