ALBERIGO MOSCHINI, L’ILLUSIONE DELLA LIBERTÀ
Testo di Andrea Oliveri
Alberigo Moschini (Piombino, 1924 – Valleggia, 1945)
Luoghi:18 lapide Alberigo Moschini a Quiliano10 via Alberigo Moschini a Valleggia
“Ce l’abbiamo quasi fatta!” avrà probabilmente pensato Alberigo Moschini quando, alle ore 6 della mattina del 25 aprile 1945, si disponeva insieme ai compagni della Quarta Brigata ‘Manin’ del Distaccamento Maccari e altri combattenti partigiani lungo la sponda del fiume opposta alla strada di Pilalunga.
Erano in attesa del passaggio della compagnia di San Marco di stanza a Quiliano: la colonna nemica, in ritirata, sarebbe transitata da quelle parti per raggiungere la via Aurelia. “La guerra è finita, hanno perso, se ne stanno andando” doveva pensare ancora il partigiano Zizi, originario di Piombino, classe 1924; e forse già pregustava il sapore della Libertà che da lì a poco sarebbe arrivata, finalmente, per tutti. Alberigo ben conosceva i Marò, in quanto ne aveva fatto parte egli stesso prima di sposare la causa della Resistenza. Quella mattina, alle 6,30 le forze ribelli aprirono il fuoco sui nemici, dando inizio a una violenta battaglia sulle sponde opposte del torrente Quiliano; nonostante fossero protetti dal formidabile sbarramento di fuoco delle loro numerose armi automatiche, i San Marco furono tenuti in scacco numerose volte, specie nei punti più aperti, dalle formazioni partigiane, munite solo di vecchi moschetti.
Sapeva sparare, Alberigo, ma neanche il più valoroso dei combattenti avrebbe potuto competere contro la mitragliatrice tedesca M.G.42.: con quell’arma, i fascisti sventagliarono numerosi colpi, alcuni dei quali raggiunsero Moschini, uccidendolo all’istante. Nello scontro, anche se non fu possibile stabilire le perdite esatte in quanto ogni marò colpito veniva prontamente caricato sui carri al seguito, vennero uccisi numerosi fascisti, due dei quali furono portati ad Altare e sepolti nel Cimitero Militare.
Nello stesso pomeriggio si sarebbe riunito il Comitato di Liberazione di Valleggia per nominare i componenti che avrebbero formato, con quelli di Quiliano, la Giunta Comunale di Liberazione. L’incubo era dunque finito, ma Zizi era ormai nel numero di quegli eroi che contribuirono alla vittoria sugli invasori sacrificando più di tutto quello che avevano, la loro stessa vita.
Fonti
G. Patrone, I primi cinquant’anni del Novecento quilianese: Quiliano 1900-1945: scelte amministrative e avvenimenti (Coop. Tipograf, Savona, 2015)
G. Toscani, Partigiani e Martiri della Resistenza, Sulle vie della memoria: le lapidi dei partigiani in provincia di Savona (A.N.P.I, L. Editrice, 2012)