EMILIO PARODI, IL TONO DELLA SFIDA
Testo di Andrea Oliveri
Emilio Parodi (Vezzi Portio, 1924 – Savona, 1945)Luogo: 4 via Emilio Parodi a Quiliano
Come tanti altri suoi conterranei, Emilio Parodi aveva capito che l’unica strada per la conquista di un futuro più equo, libero e giusto sarebbe dovuta passare necessariamente per la montagna, teatro della lotta di Resistenza partigiana. Nell’autunno del ’43 ‘Bill’, questo il suo nome di battaglia, era entrato a fare parte dei 190 volontari della Brigata Sap Don Peluffo, in uno dei primi distaccamenti intitolato a Francesco Rocca ed operante nei territori compresi tra Zinola, centro di Vado Ligure e Quiliano. Quelle zone erano diventate delle importanti vie di transito di uomini e materiale per le varie formazioni di montagna e i venti volontari del ‘Rocca’, approfittando anche della vicinanza con le fabbriche, da sempre “cittadelle” della Resistenza, si erano presto attivati in azioni di diffusione della stampa, di ciclostilati e di notizie utili sui movimenti della milizia, di recupero e trasporto di materiale sequestrato dai magazzini delle fabbriche come armi e munizioni e di accompagnamento dei disertori.
Nel settembre ’44 il Distaccamento “F. Rocca” ebbe un incremento di giovani, provenienti soprattutto dalle squadre del Distaccamento “L. Borini”, il cui entusiasmo giovanile non era sempre accompagnato da una adeguata esperienza militare. A Quiliano il Distaccamento assunse la direzione di Andrea Picasso e Virginio Bruzzone: furono compiute azioni contro gli squadristi per prelevare generi alimentari da inviare ai partigiani di montagna, vennero lanciati manifestini e compiute numerose affissioni, ma anche azioni militari contro i San Marco, una delle quali aveva portato al recupero di una mitragliatrice, data poi in uso al distaccamento Calcagno. Nei giorni vicini alla Liberazione, il Distaccamento “F. Rocca” ricevette l’ordine dal Comando di contribuire a spianare la strada all’ingresso dei garibaldini nei paesi della zona: suo compito era quello di far desistere gli ultimi gruppetti di nazifascisti, arrestare i soldati sbandati e avviarli al campo di concentramento di Legino.
Fu durante una di queste battaglie che il partigiano ‘Bill’ venne colpito dal fuoco nemico: era il 25 aprile ’45 e stava combattendo a Quiliano, nei pressi della cappella della Madonna della Neve. Trasportato all’ospedale civico di Savona, il giovane si arrenderà dopo trenta giorni di ricovero, il 27 maggio, conscio tuttavia che lui e i suoi compagni ce l’avevano fatta: il nemico era vinto. L’Italia era libera e un futuro di uguaglianza sembrava attendere tutti.
Fonti
G. Patrone, I primi cinquant’anni del Novecento quilianese: Quiliano 1900-1945: scelte amministrative e avvenimenti (Coop. Tipograf, Savona, 2015)
G. Malandra, I volontari della libertà della II zona partigiana ligure (A.N.P.I, Savona, 2005)
A. Lunardon, La resistenza vadese (Marco Sabatelli Editore, 2005)