ANDREA PICASSO, IL SINDACO DI TUTTI
Testo di Andrea Oliveri
Luogo: 23 campo sportivo Andrea Picasso a Quiliano
Il Comune di Quiliano ha avuto molti sindaci, ma Andrea Picasso è stato l’unico ad esserlo stato fino in fondo e per tutti, a prescindere da qualsiasi appartenenza politica o sociale, sempre presente alle necessità e alle difficoltà sia dei singoli che della comunità intera; ciò contribuì a renderlo il più longevo dei primi cittadini quilianesi e resterà in carica per ben 23 anni, dal 1967 al 1990. In seguito, diventerà consigliere provinciale a Savona. Persona seria, autorevole e preparata politicamente, crebbe nell’antifascismo in anni in cui ciò significava botte, olio di ricino, carcere o confino; da bambino veniva sgridato per il suo rifiuto di vestire la divisa da balilla ed era solo uno studente di seconda all’Istituto tecnico industriale quando aderì allo sciopero generale dei lavoratori delle fabbriche del marzo ’44, astenendosi dal partecipare alle lezioni. Sperimentò il sudore del lavoro nell’officina Batoli & Cavalletti, dedicando il proprio tempo libero alla lettura dei testi proibiti dal regime al riparo delle piante di granoturco nei campi vicino casa. A sedici anni aveva già ben chiaro da che parte stare e poco più tardi divenne il partigiano ‘Clar’, contribuendo alla formazione del distaccamento Sap ‘Francesco Rocca’ di cui diventerà dirigente. Iniziò la sua avventura come staffetta e, nonostante fosse poco esperto e non armato, bastò la sua volontà e la sua idea di giustizia sociale a sopperire alla paura, distinguendosi in azioni di disturbo verso le milizie fasciste locali: sottrarre loro armi, viveri e vestiario e distribuire materiale di propaganda divenne il suo pane quotidiano, unitamente ad azioni di proselitismo collaborativo tra la gente o a delicati tentativi di induzione degli avversari alla diserzione. Tutto ciò lo rese altamente ricercato dai nazi-fascisti e pur di sfuggire alla cattura rimase nascosto per ben tre giorni in una cisterna d’acqua gelida. Fu inoltre protagonista della clamorosa azione volta a trafugare armi e un intero deposito di bombe da mortaio, utilizzando tre carri di buoi per il trasporto, nell’aprile ’45. Anche nei giorni che seguirono la Liberazione Andrea, ‘Drin’ per gli amici, fece sempre prevalere la ragione sul rancore, evitando spargimenti di sangue: da allora la sua arma fu il dialogo e quando divenne sindaco decise di ricevere i cittadini almeno due volte a settimana, personalmente e senza appuntamento. Orgoglioso di quel ruolo che per lui rappresentava l’onore più alto e non solo la tappa di una carriera, attraverso le sue amministrazioni lottò per le riforme e per il lavoro, s’impegnò contro il terrorismo nero e le Brigate Rosse, difese le prerogative dei Comuni in campo sociale, culturale e ambientale. Non ultimo, profuse le sue energie nella ristrutturazione del Teccio del Tersè, rifugio partigiano simbolo della Resistenza che le milizie del regime prima e il tempo poi, avevano ridotto a un rudere e che venne inaugurato nel 1990. La salvaguardia dei valori antifascisti e costituzionali presso le nuove generazioni fu la sua missione negli ultimi anni, così intraprese una collaborazione epistolare con i ragazzi delle scuole medie al fine di tramandare loro la propria esperienza, convinto che, se la Storia tende a non tener conto del coraggio degli uomini che la fanno, questi ultimi hanno il dovere di rimediare con la sola grande arma che hanno a loro disposizione: la Memoria.
Fonti
G. Patrone, Andrea Picasso, un personaggio quilianese: da partigiano a sindaco (Coop. Tipograf, Savona, 2019)